(grazie a vivilimone.it per la selezione)
Pedro Salinas (1891-1951)
da (Presagios 1923) nella poesia Yo no te había visto
“Io non ti avevo visto / giallo limone nascosto / nell’agrumeto tra le scure foglie:
no, non ti avevo visto. Ma al bambino /un nuovo fuoco di desiderio germogliò negli occhi / e tese le due mani. Dove quelle / non giungevano giunse il suo grido. / Ora è notte e, come compiuto frutto /del giorno ti tengo tra le mani /
limpido limone nascosto, / limpido limone svelato”
Eugenio Montale (1886-1981)
Da I limoni (Ossi di seppia, 1925)
“Ascoltami, i poeti laureati / si muovono soltanto fra le piante / dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. / Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere / mezzo seccate agguantano i ragazzi /
qualche sparuta anguilla: / le viuzze che seguono i ciglioni, /
discendono tra i ciuffi delle canne / e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni… / Qui delle divertite passioni / per miracolo tace la guerra, /
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza /
ed è l’odore dei limoni… / Quando un giorno da un malchiuso portone /
tra gli alberi di una corte /
ci si mostrano i gialli dei limoni; / e il gelo dei cuore si sfa,/
e in petto ci scrosciano /le loro canzoni / le trombe d’oro della solarità”.
Da quelle zagare / disfatte / dal lume della luna, /da quell’effluvio di un amore esasperato, / affondato in fragranza, /uscì dall’albero il giallo,/
dal loro planetario / scesero a terra i limoni. / Tenera mercanzia!/
Si gremirono rive, / mercati, / di luce, d’oro / silvestre, / e aprimmo /
le due metà / del miracolo, / acido congelato / che stillava / dagli emisferi /
di una stella, / e il liquore più profondo /della natura, / intrasferibile, vivo, /
irriducibile, / nacque dalla freschezza / del limone, /
dalla sua casa fragrante, / dalla sua agra, segreta simmetria./
Nel limone divisero / i coltelli / una piccola / cattedrale, /
l’abside nascosta / aprì alla luce le acide vetrate / e in gocce /
scivolarono i topazi, / gli altari, / la fresca architettura./
Così, quando la sua mano / strinse l’emisfero / del tagliato /
limone sul tuo piatto, / un universo d’oro / tu spargi, / un giallo calice /
di miracoli, / uno dei capezzoli dorosi / del petto della terra, /
raggio di luce convertito in frutto, / il minuscolo fuoco di un pianeta.
Federico Garcia Lorca
“Arancia e Limone”:
Arancia e limone. / Oh la ragazza / del cattivo amore
Arancia e limone. / Oh la ragazza / la ragazza bianca!
Limone. / (Come splendeva il sole).
Arancia. / (Nei ciotoli dell’acqua).
Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro,
Una brezza lieve dal cielo azzurro spira,
Il mirto è immobile, alto è l’alloro!
Lo conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O amato mio, con te vorrei andare!
Conosci tu la casa? Sulle colonne il tetto posa,
La grande sala splende, scintillano le stanze,
Alte mi guardano le marmoree effigi:
Che ti hanno fatto, o mia povera bambina?
La conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O mio protettore, con te vorrei andare.
Conosci tu il monte e l’impervio sentiero?
Il mulo nella nebbia cerca la sua strada,
Nelle grotte s’annida l’antica stirpe dei draghi,
La roccia precipita e sopra lei l’ondata:
Lo conosci?
Laggiù! Laggiù,
Porta la nostra strada, andiamo o padre mio!