NON SOLO ARANCE
NON SOLO ARANCE

"Cosa te ne fai?"

"Cosa te ne fai?, perché li raccogli?" mi chiedono, spesso, le persone cui confesso di collezionare incarti di arancia; (perche' chiedere ad un collezionista perché raccoglie un determinato oggetto?)
"Perché mi piacciono" invariabilmente rispondo.
Mi piacciono da quando ero bambina ed ero affascinata dai disegni e dai colori e trovavo assolutamente barbaro arrotolarli e dar loro fuoco!
Mi piacciono perché sono una forma di arte povera, una delle ultime.
Mi piacciono perché in generale non si vendono e non si comprano, ma si trovano: una specie di caccia al tesoro continua.

 

Per anni questa mia attrazione e' stata vista dai miei famigliari con condiscendenza, (quando non con ilarità) e, per molti anni, la mia raccolta e' stata costruita casualmente, con qualche incarto trovato qua e la', e raccolto magari perché più bello di altri, quindi non con lo scopo di farne una collezione, ma proprio per un senso, per così dire,'estetico'.
E le cartine raccolte finivano in un cassetto, in un libro, in uno scatolone in soffitta...

 

Fino al 2002.

 

Quando, del tutto casualmente, ho scoperto su internet dell'esistenza, in Germania, di un collezionista con decine di migliaia di incarti che ne ha organizzato un Museo virtuale O.PI.UM (Orangeren Papieren Museum). Allora non ero sola!

 

Ho quindi deciso che le mie cartine dovevano diventare una raccolta. Ho snidato scatole, svuotato cassetti, lo scatolone è sceso dalla soffitta ed alla fine circa un migliaio di foglietti sono saltati fuori. E in una settimana di lavoro (notturno) sono stati stirati, catalogati, ordinati in raccoglitori.


Poi ho scoperto che, oltre a me ed al collezionista tedesco di O.PI.UM. c'erano altri pazzi nel mondo (non molti, in verità, ma c'erano!).

Ho cominciato così un proficuo scambio di doppi, la mia raccolta è diventata più sistematica, tanti amici e colleghi hanno cominciato a tenermi gli incarti che trovavano in giro.


E adesso ho quasi 30.000 pezzi, per due terzi italiani, molti spagnoli ed altri provenienti da una trentina di paesi nel mondo.


Purtroppo, però, gli incarti sono sempre più difficili da trovare, soppiantati, per logiche puramente economiche e non piu' estetiche, dai bollini adesivi che si applicano a macchina (mentre gli incarti vanno confezionati a mano), o dalle retine di plastica. 

 

Quindi, mi raccomando: se trovate in uno scatolone o in fondo ad un cassetto gli incarti del nonno o della zia, non buttateli: c'è chi li conserva con passione.



Se volete disfarvi della vecchia raccolta che avete in cantina, contattatemi

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Se volete organizzare una mostra dei miei incarti nella vostra città, contattatemi

 

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© Romana Gardani